
«La democrazia populista - mediatica - è. il totalitarismo compatibile con la democrazia. L'irriducibilità degli intellettuali alle masse è l'elemento, la funzione di non sutura del campo mentale totalitario». Questo, in estrema sin-tesi, il percorso che attende il lettore: un "viaggio" chiarificatore, a volte persi-no doloroso, attraverso la nostra koinè culturale, che si scopre via via essere ko...
Paperback: 212 pages
Publisher: IPOC di Pietro Condemi (October 3, 2006)
Language: Italian
ISBN-10: 8895145062
ISBN-13: 978-8895145068
Product Dimensions: 6 x 0.5 x 9 inches
Format: PDF ePub Text djvu book
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"Un libro importante e, cosa non trascurabile, scritto con aforistica 'leggerezza'.""Vi si tratta di temi che stanno al cuore del mondo in cui viviamo, e delle nostre possibilità di libertà.""Si tratta di un libro pieno d'intelligenza scintillante e ...
ca, monopolizzata e avvilita dalla pubblicità e dalla logica del consenso. La forma di democrazia che viviamo oggi è quella mediatica, una forma mai esistita prima, e alla quale occorre applicare una critica inedita, quindi lontana dagli sviluppi teorici dei secoli passati; non ha più valore l'e-timo greco "potere del popolo", sostituito da quello di "potere dei media", al contempo luogo della discussione e dell'interazione sociale. Il principio di maggioranza, proprio della democrazia, diviene l'instrumentum regni del po-tere mediatico: una maggioranza fittizia ricavata dallo share Tv viene pre-sentata secondo i canoni della retorica democratica, e la logica commerciale s'impadronisce della retorica democratica. «Il consumo è espressione demo-cratica, il discorso è privilegio aristocratico... gratificazione immaginaria e ripresa dell'analfabetismo promosse dalla società spettacolare». L'unica pos-sibilità che si rende disponibile per incrementare la democrazia consiste nel ridurre l'asimmetria di conoscenze tra i cittadini, fino a permettere la parteci-pazione democratica solo a coloro che ne avranno i necessari requisiti cultu-rali; «La forma democratica avvilita e resa clownesca dal commercio e dal folklore populista, potrà ritrovare linfa vitale dall'operare dei suoi artisti, dal-la stesura di nuove forme di relazione tra il proprio e il comune». Con uno stile letterario tra quello di Eraclito e quello di Debord, il testo avvince, en-tusiasma, "de-moralizza" e destruttura i cliché nei quali siamo immersi, ri-velandoci al contempo nuove piste di indagine per poter dare un senso alla nostra vita di individui come membri di una comunità.